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Vino: l’ozono al posto dei fitofarmaci per difendere le viti
La chimica naturale in soccorso delle viti per mantenerle sane senza interventi aggressivi e, quindi, facilitare la produzione di uve migliori e di buon vino. Utilizzare un elemento presente in natura, l’ozono, per difendere le viti dagli attacchi dei parassiti è, infatti, l’ultima frontiera degli studi avviati dal Consorzio di Tutela del Conegliano ValdobbiadeneProsecco Superiore in tema di sostenibilità ambientale. Si tratta di ‘Residuo 0′, un progetto finanziato nell’ambito del “Programma di sviluppo rurale della Regione Veneto 2007-2013”, che propone l’utilizzo dell’ozono e dell’acqua ozonizzata ed elettrolizzata in viticoltura come tecniche alternative o di supporto all’utilizzo delle sostanze chimiche tradizionali nella difesa da patogeni e nella sanificazione delle cantine. Una sperimentazione innovativa che è stata appena presentata nella Barchessa Comunale di Rua di Feletto (Treviso), ossia in piena zona di produzione del mitico vino prosecco.
L’utilizzo di prodotti privi di effetto residuale e altamente sostenibili è solo uno dei tanti progetti avviati negli ultimi anni dal Consorzio di tutela per rendere la viticoltura ancor più rispettosa dell’ambiente. Tra gli obiettivi di questo studio, vi è quello di ridurre i trattamenti chimici e i residui sulle uve, il tutto a vantaggio dell’ambiente e di chi vi abita e lavora.
‘Residuo 0′ si propone di diminuire sensibilmente anche l’impiego di sostanze chimiche tradizionalmente utilizzate in viticoltura e in enologia, nella difesa da patogeni e nella disinfezione delle cantine.
I trattamenti ecocompatibili sono stati sperimentati grazie alla creazione di due diversi prototipi: un macchinario per la produzione di acqua elettrolizzata sufficiente per la dispersione in campagna secondo le metodologie utilizzate tradizionalmente dalle aziende e la realizzazione di un secondo tipo di strumento, di ridotte dimensioni e, quindi, trasportabile nei vigneti, in grado di produrre acqua ozonizzata, utile per un lavaggio delle uve con la rimozione dell’inquinante chimico.
Il lavoro è il frutto di alcuni anni di indagine sull’influenza dell’impiego di questa tecnologia per la difesa della vite. Una ricerca sulla quale il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore ha voluto investire in continuità con l’impegno in nome di una viticoltura sempre più green.
“Il nostro intento”, ha spiegato Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, “è quello di ridurre sempre più l’utilizzo dei prodotti fitosanitari nell’area del Conegliano Valdobbiadene. Studi come questo pongono in evidenza come la nostra sia una realtà all’avanguardia in tema di sostenibilità ambientale”.
E i risultati, anche in questo caso, sono soddisfacenti: “Da questo studio emerge come l’applicazione di uno schema di lotta integrato, che includa l’uso di acqua ozonizzata o elettrolizzata, determinerebbe una riduzione delle popolazioni fungine e batteriche comparabile a quella determinata dall’uso dei soli trattamenti chimici”, ha sottolinea Filippo Taglietti, tecnico del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Ed ha aggiunto che “in considerazione del fatto che le acque ozonizzate ed elettrolizzate non rilasciano residui sulle piante e nell’ambiente, il loro utilizzo è un’alternativa da prendere in considerazione allo scopo di ridurre l’impatto sull’ambiente nelle aree viticole causato dall’impiego di prodotti chimici”.
Il progetto ha coinvolto differenti tipologie di aziende con lo scopo di attuare la sperimentazione in differenti condizioni produttive, tecniche e ambientali e facilitare, così, l’applicabilità e la diffusione dell’innovazione nella realtà produttiva regionale e nazionale.